La canzone è divenuta il simbolo della Resistenza ma la sua effettiva presenza durante la lotta partigiana è vivacemente dibattuta e molte interessanti questioni sulla sua reale genesi sono tuttora irrisolte. Data la sua incerta orgine, c'è da chiedersi come Bella ciao abbia potuto sovrapporsi nella memoria della gente a quella che fu la vera canzone della Resistenza: "Fischia il vento".
Secondo Roberto Leydi si tratta del rimaneggiamento di una canzone lombarda La me nòna l'è vecchierella.
Negli anni '70 Cesare Bermani (1) diede notizia di aver trovato l'autore del canto partigiano e di poterne documentare la genesi da una canzone di Vasco Scansani cantata nelle risaie del Vercellese.
Di seguito alla versione comunemente nota inseriamo quella di Scansani come la ricordava Giovanna Daffini. (2)
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Senza dare ulteriormente conto di altre tesi (tra cui quella un po' fantasiosa, secondo la quale le parole sarebbero state scritte da Enzo Biagi), possiamo dire che Bella ciao è il canto "partigiano" più tradotto e diffuso in tutto il mondo. Un canto contro l'invasore che contrariamente ad altri "canti resistenti", non fa alcun riferimento alla lotta di classe o alla guerra civile.
(1 ) Cesare Bermani, ricercatore presso l'Istituto "Ernesto De Martino" Membro del Comitato scientifico dell'Archivio di Cultura di Base di Bergamo e del Comitato di redazione della rivista Musica/Realtà.
(2) Giovanna Daffini, (Villa Saviola 1914, Gualtieri 1969) esecutrice scoperta da Gianni Bosio (1) e Roberto Leydi durante le loro ricerche.
(1) Gianni Bosio 1923 –1971 storico, membro del Partito Socialista Italiano
(*) Tito Saffiotti, Enciclopedia della canzone popolare e della nuova canzone politica. Teti Editore, Milano 1978. |