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Brani Musicali
DALLE BELLE CITTA'

Il canto scritto e composto dai partigiani della III Brigata garibaldina, Liguria, è una musica originale, che non attinge a inni o canzoni precedenti come, sino a quel momento, era avvenuto per tutti i canti partigiani come, ad esempo Fischia il vento (composto su un'aria sovietica) o Bella ciao che, addirittura, venne scritto dopo la resistenza sul motivo di una canzone popolare.

 

Brigata Garibaldina

"È un testo per molti aspetti paradigmatico, e per i contenuti, e per la qualità della sua "scrittura", che rivela un certo grado di cultura. Sin dall'incipit denuncia la sua origine urbano-metropolitana (genovese, per la precisione) tracciando quella simbolica opposizione "belle città/aride montagne" che appare come lo specimen della traiettoria di una rivolta politico-morale partita dalla città ma vissuta nella campagna, nel paesaggio aspro e selvaggio dei monti.

I principi ideali che animano la lotta partigiana (giustizia, libertà, fede in un mondo migliore) si conquistano a duro prezzo ("viviam di stenti e di patimenti") alla severa scuola della montagna, in cui si dissolvono come per incanto differenze sociali, privilegi, egoismi.
Nel tono generale del canto, nella sua stessa melodia baldanzosa, in certe formule testuali, paiono rinvenirsi suggestioni, moduli e stilemi risorgimentali, alla Mameli (vedi "la schiavitù del suol tradito" o "l'ardor per la grande riscossa"). Dalle belle città è una canzone fresca, giovane, piena di vento e di speranza, in cui si sente vibrare la tensione utopica e la grande carica di idealità civile e politica che animò la stagione partigiana. E' commovente pensare che appena qualche settimana dopo la composizione di questo inno, sull'altopiano del Tobbio si abbattè un uragano di ferro e di fuoco, e molti di quei coraggiosi "ribelli della montagna" finirono fucilati alla Benedicta o al passo del Turchino, braccati sui monti come belve, uccisi in battaglia o deportati nei campi di sterminio.

Con i sopravvissuti, sopravvisse anche il canto, che divenne il simbolo della rivincita morale contro la ferocia del nemico, il segnale della riscossa partigiana, e come inno della rinata Divisione "Mingo" accompagnò il movimento di liberazione ligure-piemontese sino alla vittoria finale ."

Franco Castelli


da "Canzoni contro la guerra" --> "Istituto della Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria

Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì su per l'aride montagne
cercando libertà fra rupe e rupe
contro la schiavitù del suol tradito.

Lasciammo case, scuole ed officine
mutammo in caserme le vecchie cascine
armammo le mani di bombe e mitraglia
temprammo il cuore e i muscoli in battaglia.

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna (2 volte)
sarà la legge dell'avvenir.

E` giustizia la nostra disciplina
libertà è l'ideal che ci avvicina
rosso sangue il color della bandiera
d'Italia siam l'armata forte e fiera.

Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate
sentimmo in cuor l'ardor della riscossa.
provammo l'amor per la patria nostra

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir. (2 volte)

   
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Dalle belle città
Ninetta mia
crepare di maggio
All'assalto cantando
 
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